Una partita giocata a livello di singole Asl

Patient Access, Value-based procurement

Come funziona il processo di acquisto in Sanità nella Regione Abruzzo? Che ruolo hanno e come interagiscono Asl e Regione? Scopriamolo insieme a Claudio Amoroso, già Provveditore della Asl di Lanciano Vasto Chieti, componente del Direttivo Fare (Federazione delle Associazioni regionali dei Provveditori ed Economi della Sanità).

Qual è l’iter per l’acquisto dei prodotti e dei servizi sanitari in Abruzzo?

In Regione Abruzzo gli acquisti prevedono l’intervento diretto delle quattro ASL capofila provinciali che agiscono per conto della Centrale Unica di Acquisto regionale, denominata Agenzia Regionale di Informatica e Committenza (ARIC). Pertanto l’attività reale è divisa tra le quattro Aziende sanitarie locali che comprano oltre che per il territorio anche per i presidi ospedalieri. A rotazione, sulla base delle esperienze e conoscenze dei beni e servizi da acquistare, si definisce chi gestirà una determinata procedura di gara centralizzata che avviene sotto il “cappello” della Centrale Regionale di Acquisto.

Quando si avvia una procedura centralizzata vengono interpellate tutte le aziende interessate a svilupparla. C’è una programmazione degli acquisti: sul sito ufficiale nazionale ove sono già riportate le gare che saranno avviate nel prossimo biennio. Tutto l’iter viene condotto dalla singola ASL, ma l’autorizzazione finale arriva sempre dalla Centrale d’acquisto.

Quindi, in virtù delle dimensioni contenute della Regione Abruzzo si riescono a ottimizzare gli acquisti…

Sì. Diciamo che si possono personalizzare meglio le procedure. Si snellisce il processo perché non è previsto lo step che normalmente vede il passaggio dal provveditore a un referente centralizzato.

Che relazione esiste tra l’acquisto e la Regione. Qual è l’impronta che viene data da quest’ultima?

Importante è il rapporto che esiste tra Regione e Centrale d’acquisto. Credo che in Abruzzo il committment regionale sia meno forte rispetto a quanto avviene in alcuni territori regionali, la partita si gioca maggiormente a livello di singole Asl. Per i farmaci e dispositivi medici occorre rispettare le linee guida regionali. L’interesse della Regione è molto focalizzato sul controllo della spesa sanitaria ed in particolare sulla spesa farmaceutica, che risulta aver superato i tetti di spesa prefissati, come d’altronde avviene in diverse regioni d’Italia, in particolare attualmente in coincidenza con l’emergenza da Covid-19.

L’obiettivo raggiunto, scegliendo la migliore procedura rispetto a cosa si deve comprare, è quindi una maggiore efficienza…

Esatto. E quindi una maggiore aderenza alle richieste delle singole strutture sanitarie.

Come opera la Stazione Appaltante per la valutazione dei prodotti e dei servizi?

Per i farmaci si formano Collegi Tecnici, di nomina regionale, composti da farmacisti rappresentanti di tutte le Asl; per i dispositivi medici vengono coinvolti anche i clinici, che definiscono i capitolati. Non c’è un processo di Health technology assessment regionale formalizzato. Ogni membro del collegio tecnico porta la sua esperienza ed expertise che si esplica poi nella scelta e si trasferisce nel protocollo di gara.

L’acquisto dei dispositivi, di apparecchiature oppure dispostivi medici ad alto costo, da chi viene effettuato? Dalla singola Asl?

Per alcuni dispositivi medici non compresi nelle tabelle merceologiche non c’è un obbligo all’aggregazione della domanda. In linea di massima, ogni Asl acquista quelli di cui necessita direttamente, mentre quelli compresi in tali tabelle vengono definite a livello regionale. Per le apparecchiature sanitarie di alto costo è la Regione che ne autorizza l’acquisto.