Value-based procurement in Sanità: l’Europa fa squadra
Acquisti inSanità basati sul valore? Non più una chimera, ma una necessità possibile.
A dirlo sono entrambe le parti che si confrontanoal momento della scelta di quale tecnologia sarà disponibile nelle strutturesanitarie di tutto il mondo.
Sia iproduttori che i payer infatti sonosempre più concordi nell’evidenziare l’ineluttabile necessità di premiareil valore dell’outcome sanitarioderivante dall’impiego di tecnologie farmacologiche e mediche, piuttosto cheragionare solo sul prezzo di quanto acquistato. O, peggio, seguire dinamiche contrattualiche assomigliano a contrattazioni da suqmediorientale.
Quando si parla di acquisti di tecnologie sanitarie non si può – e non di deve – ragionaresecondo un’ottica di risparmio in base ai volumi d’acquisto. Non più.
Sono le indicazionichiare emerse dalla 1st EuropeanConference on Value-Based Procurement – promossa da European Health Public Procurement Alliance(Ehppa), European Regional and LocalAuthorities (Euregha) e MedTechEurope – che a fine 2019 hanno posto anche le basi per una Community of Practice in cui fornitori, pagatorie clinici dei diversi Paesi europei condivideranno le rispettive best practice per favorirel’accelerazione concreta proprio dei processi d’acquisto in Sanità basati sulvalore tecnologico dell’offerta.
Un cambioculturale da tradurre in pratica
Come dicono gli esperti, a livello culturale esiste un afflato in questa direzione. Ma resta da lavorare ancora molto sulla messain opera di quanto condiviso in linea teorica.
Oggi infatti il value-based procurement(Vbp) in ambito sanitario è largamente riconosciuto come foriero di maggiore efficienza, riduzione dei costi, così come èchiaro rappresentare una risposta alleineguaglianze in termini di accesso alle cure. Il Vbp produce di fatto uncircolo di efficienza virtuosa che permette di allargare la platea di pazientia cui è possibile offrire migliori opzioni terapeutiche.
Le leve peraccelerare il cambiamento: best practiceeuropee.
Ma come arrivare a rendere sempre più reale il Vbp?La leva fondamentale su cui agire è la collaborazionetra i diversi stakeholder: uffici acquisti, produttori, clinici eanche pazienti. Solo tenendo conto delle considerazioni di tutti coloro che avario titolo entrano in gioco nel sistema salute è possibile pesare in modo corretto il valoredell’innovazione in sanità.
Molti sono gliesempi di successo in termini di partnership nel processo di acquisto ditecnologie sanitarie in Europa. Aseconda dei casi la leva che ha fatto scattare il cambiamento è differente.
In Galles,ad esempio, hanno avuto successo azioni volte a favorire il diffondere e il radicarsi della cultura del Vbp. In Norvegia,invece, il fattore dirimente pare essere il coinvolgimento attivo dei clinici a livello decisionale. I danesi, per conto loro, sono piùinclini a prendere in considerazione il Vbp se messi davanti a un confrontochiaro basato su dati e numeri che permettono di comparare l’esistente approccio d’acquisto con quello basato sul valore.
Successi si registranoanche nei Paesi del Sud-Europa. Nella regione spagnola della Catalonia la diffusione del Vbp è daricercarsi nell’aver posto il valore al centro della sostenibilità dellaSanità, grazie alla condivisione del medesimo approccio da parte di tutti gliattori della filiera della salute. In Franciail procurement in Sanità è diventatoprotagonista grazie ai numerosi progetti volti a trovare nuovi metri divalutazione del valore – come la riduzione dei tempi di degenza al minor tassodi riospedalizzazione – che possano sostituire quello del prezzo.
I nodi dasciogliere
Sebbene più di qualcosa si stia muovendo, qualisono i punti critici per riuscire a premere sull’acceleratore del cambiamento? Piùdi un nodo resta da sciogliere secondo gli addetti ai lavori.
Sebbene si possa trovare – almeno in teoria- unaccordo sulla definizione di Valore, a partire dal buon vecchio Porter chedefinisce valore il rapporto tra outcomedi salute e costi, ben diverso è declinare il Valore nella realtà e nellarealtà degli acquisti. In questo senso, il primo scoglio è trovare tra gli stakeholder una metodica condivisa per la valutazione degli indicatori del valoredell’outcome sanitario. E unametodica unica in linea teorica che vada poi adattata ai singoli contesti eprodotti. Ma anche la necessità di programmiformativi in grado di colmare i gapculturali esistenti tra i gruppi distakeholder sono necessari così da permettere a tutti di parlare la stessalingua. E, non ultimo, definire dei framework per tradurre in aspetticontrattuali la valutazione del valore.