La partecipazione all’attività fisica delle persone con lesioni del midollo spinale risulta molto scarsa, raggiungendo i livelli più bassi tra le persone con disabilità croniche (ad esempio ictus, paralisi cerebrale, osteoartrite). (1)
E’ stato dimostrato che fare attività fisica anche solo due o tre volte a settimana migliora la capacità aerobica, che è fortemente correlata alla capacità funzionale. (2) Inoltre, la diminuzione dell’ospedalizzazione e il miglioramento dell’’indipendenza funzionale associati all’esercizio fisico delle persone con disabilità croniche comportano un importante risparmio per i sistemi sanitari. (3)
Migliorare il livello di partecipazione all’attività fisica, quindi, potrebbe avere un impatto positivo sia in termini di salute che di risorse economiche.
Tuttavia, sono diverse le barriere che influenzano la partecipazione all’attività fisica delle persone con disabilità cronica, quali ad esempio il trasporto, gli atteggiamenti negativi, l’accesso a strutture e attrezzature appropriate e la carenza di una programmazione accessibile.
Come emerso da uno studio (4) di controllato randomizzato, gli interventi basati su modelli socio-cognitivi per il cambiamento comportamentale, rappresentano un approccio particolarmente promettente per favorire il cambiamento rispetto all’esercizio fisico delle persone con lesioni del midollo spinale. In questo studio è stato utilizzato il modello HAPA (Health Action Process Approach), che prevede che per modificare il comportamento si debba intervenire su diversi costrutti (aspettative di risultato, percezione del rischio, intenzione, autoefficacia, pianificazione, controllo delle azioni, barriere e risorse) a seconda dello stadio di motivazione dell’individuo rispetto ad un determinato comportamento. (5)
Un ulteriore ed essenziale strumento per aumentare l’efficacia degli interventi, come dimostrato dallo studio, è il coinvolgimento dei pazienti e degli operatori nel processo di sviluppo dell’intervento. Il co-development permette, infatti, ai ricercatori di capire il problema, il contesto e le barriere dalla prospettiva della persona con patologia, assicurando che l’intervento sia rilevante e d’impatto per l’utente finale.
Questo intervento comportamentale co-creato ha prodotto i più grandi effetti, fino ad oggi, sul cambiamento comportamentale nell’attività fisica non supervisionata in uno studio di controllo randomizzato che coinvolge persone con disabilità fisica. Ed è anche il primo studio di controllo su persone con lesioni del midollo spinale a dimostrare che un intervento comportamentale può aumentare significativamente l’attività fisica auto-gestita migliorando la capacità aerobica della persona con disabilità (gli effetti sono stati mantenuti al follow-up di 6 mesi).
Dato il successo dell’intervento, i ricercatori sono incoraggiati a testarne l’efficacia nei diversi contesti sanitari e professionali (cliniche di fisioterapia, palestre di personal training etc.), facendo ricorso a modelli socio-cognitivi per il cambiamento del comportamento e utilizzando un approccio sviluppato congiuntamente da paziente e operatore al fine di aumentare la probabilità di successo dell’intervento.
- Van Den Berg-Emons RJ, Bussmann JB, Stam HJ. Accelerometrybased activity spectrum in persons with chronic physical conditions. Arch Phys Med Rehabil.
- Noreau L, Shephard RJ, Simard C, Pare G, Pomerleau P. Relationship of impairment and functional ability to habitual activity and ftness following spinal cord injury. Int J Rehabil Res.1993;16:265–75
- Miller LE, Herbert G. Health and economic benefts of physical activity for patients with spinal cord injury. Clin Outcomes Res.
- Ma, J. K., West, C. R., & Martin Ginis, K. A. (2019). The Effects of a Patient and Provider Co-Developed, Behavioral Physical Activity Intervention on Physical Activity, Psychosocial Predictors, and Fitness in Individuals with Spinal Cord Injury: A Randomized Controlled Trial. Sports Medicine.
- Schwarzer R, Lippke S, Luszczynska A. Mechanisms of health behavior change in persons with chronic illness or disability:The Health Action Process Approach (HAPA). Rehabil Psychol.2011;56:161–70.