Value-based healthcare e analisi dei dati: un caso di successo di Helaglobe

Health insights, R&D

Scritto da Fabio Tedone

Value-based healthcare, una nuova sfida per il Sistema Sanitario: è possibile mettere al centro del percorso di cura il benessere del paziente e al tempo stesso ridurre i costi delle terapie? Vi presentiamo un caso di successo di Helaglobe.

La sfida

Sempre più spesso si sente parlare di visione “ospedalocentrica” del Sistema Sanitario Nazionale in riferimento alla ricerca continua della centralità dell’ospedale rispetto al territorio [1]. Allo stesso tempo, diventa sempre più evidente la necessità di abbandonare tale visione in favore di un’aumentata integrazione ospedale-territorio e di una continuità di cura sempre più decentralizzata. Infatti, come affermato dalla Corte dei Conti [2], le Regioni con un’assistenza territoriale più strutturata hanno reagito meglio all’emergenza sanitaria della pandemia sia in termini di efficacia che di appropriatezza di interventi.

In aggiunta, una società sempre più anziana e con una crescente incidenza di patologie croniche, richiede un’assistenza diversa da quella puramente ospedaliera, nata per trattare le forme acute delle malattie, non le cronicità [3].

Come ribadito da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO), “è giusto e positivo anche per la riuscita della terapia che il paziente trovi tutte le migliori competenze e prestazioni professionali laddove gli servono, sul territorio, e quando gli occorrono, senza tempi di attesa” [4].

Questo scenario è sintetizzato nel modello value-based healthcare, che basa la sanità sul rapporto tra il benessere reale delle persone e i costi sostenuti durante il ciclo di cura, mettendo al centro la soddisfazione del paziente oltre che l’impatto economico per il sistema [5]. Nel modello value-based healthcare di sanità, l’integrazione ospedale-territorio è semplicemente una modalità di agevolazione del percorso di cura. La value-based healthcare è caratterizzata dai dati, che assumono un valore fondamentale, siano essi dati clinici da analizzare per le diagnosi, dati di monitoraggio memorizzati da sensori e dispositivi medici, dati farmacologici relativi all’aderenza terapeutica o dati non sanitari come stili di vita o preferenze/necessità personali. Grazie alla varietà dei dati precedenti è possibile avere un quadro completo del percorso di cura e, quindi, trovare il giusto equilibrio tra qualità di vita, costo di cura e benessere reale.

Ultimamente, la telemedicina e l’innovazione tecnologica hanno velocizzato il concretizzarsi di questo nuovo modello di sanità che, tuttavia, pone un’importante sfida tutt’altro che risolta: la gestione dei dati in maniera integrata ed efficiente per generare strumenti affidabili a supporto di decisori pubblici, professionisti sanitari e persone con patologia [6].

La teoria

La sfida posta dalla value-based healthcare può essere interpretata come la necessità di creare modelli di decisione efficienti e affidabili che, partendo dai dati, permettano di snellire i percorsi di presa in carico, personalizzare i trattamenti, ottimizzare l’uso delle risorse ospedaliere e prevedere potenziali criticità e necessità. Il tutto tenendo presente gli aspetti sociali, economici, clinici e organizzativi tanto delle singole persone, quanto delle diverse strutture e delle specificità territoriali.

Rispondere a questa sfida significa analizzare i dati attraverso la matematica e tutte le sue diverse sfaccettature, dalla statistica all’intelligenza artificiale.  

Infatti, l’analisi dei dati può essere suddivisa in quattro grandi categorie:

  • l’analisi descrittiva/diagnostica, che cerca di fornire motivazioni e correlazioni su cosa è accaduto nel passato e perché (la statistica è lo strumento privilegiato per queste analisi);
  • l’analisi predittiva, che mostra cosa è probabile che accada in futuro date le condizioni iniziali (il machine learning è ampiamente usato in queste applicazioni);
  • l’analisi prescrittiva, che suggerisce quali azioni compiere e con quale priorità per raggiungere un determinato scopo (l’ottimizzazione matematica è lo strumento spesso più utilizzato in questo caso);
  • l’analisi cognitiva, in cui tecniche di intelligenza artificiale sono combinate tra loro a supporto delle precedenti tipologie di analisi.

In base allo specifico bisogno, Helaglobe individua quale analisi è necessaria, individua la tecnica più appropriata e ne cura l’applicazione. Ad esempio, a volte può essere necessario sviluppare algoritmi di intelligenza artificiale ad-hoc, mentre in altri casi è suggerito l’impiego di tecniche statistiche già note. Talvolta, come nell’esempio di seguito, può risultare utile sviluppare un modello matematico semplice ma rappresentativo, in grado di supportare decisioni strategiche anche senza il ricorso a sofisticati software o costose analisi dati.

Un caso di successo

La malattia di Anderson-Fabry è una patologia causata da una mutazione genetica che non permette la corretta produzione dell’enzima alfa-galattosidasi A [7]. La terapia enzimatica sostitutiva consiste nell’infusione endovenosa ospedaliera periodica dell’enzima che il corpo non riesce a produrre. Tali infusioni, spesso erogate presso centri specializzati, comportano tempi organizzativi che condizionano le attività quotidiane e lavorative dei pazienti e dei familiari. Il trattamento domiciliare, in pazienti selezionati, migliora l’aderenza e la qualità di vita [8]. Tuttavia, la gestione di un’infusione domiciliare richiede risorse diverse da quelle operanti nel centro (come personale dedicato e attrezzature specifiche) e l’impatto economico finale spesso sembra essere troppo alto, al punto che l’infusione domiciliare in Italia per la malattia di Anderson-Fabry è prevista in modalità differenti nelle regioni italiane e in partnership con aziende private [9].

In Emilia-Romagna, ad esempio, solo con la delibera num. 1415 del 29/08/2022 si è stabilito che le persone affette da malattie di accumulo lisosomiale (tra cui la malattia di Anderson-Fabry) potranno ricevere l’infusione domiciliare. Helaglobe ha supportato il centro specializzato di Rimini nello stimare quali costi la regione dovrebbe sostenere per garantire la piena attuazione della delibera senza ricorrere a partnership con privati e senza ridurre i giorni di apertura ambulatoriali del centro. 

Come Helaglobe, abbiamo sviluppato un modello che ha tenuto conto delle distanze medie dei pazienti dal centro, dei costi dei professionisti già coinvolti in ambulatorio, dei tempi di somministrazione delle terapie, della probabilità di eventi avversi e delle potenziali risorse aggiuntive necessarie per la somministrazione domiciliare. Abbiamo poi eseguito un’analisi di sensibilità sui parametri del modello individuando:

  • Quali fattori più di altri (e con quale intensità) impattano sulle voci di costo
  • Quali vincoli (clinici e non) nella scelta del paziente possono portare a un modello sostenibile

Il modello, recentemente presentato al congresso ISPOR [10] e al congresso SIFO [11] ha dimostrato come, sotto opportune e realistiche condizioni, sia possibile combinare il modello domiciliare e il modello ambulatoriale addirittura riducendo i costi complessivi di somministrazione della terapia ai pazienti.

A partire da questo modello stiamo ora sviluppando una versione più complessa che supporti il centro nella gestione efficiente della terapia:

  • Riducendo i tempi di percorrenza degli operatori sanitari
  • Rispettando le esigenze dei pazienti circa gli orari della terapia domiciliare e quindi aumentando l’aderenza alla terapia
  • Riducendo il numero di giorni di ferie/permessi che familiari e caregiver devono chiedere per accompagnare i propri cari al centro
  • Ottimizzando la gestione di eventi imprevisti quali eventi avversi, ritardi, cambi nelle condizioni del paziente…
  • Ottimizzando la gestione dell’ambulatorio che così riesce a seguire in maniera più dedicata i casi più delicati

Leggi il poster presentato nel 2022 al Congresso SIFO e al Congresso ISPOR!

Conclusioni

La Value-based healthcare mette al centro il benessere del paziente oltre che la riduzione dei costi delle terapie. Questi due obiettivi possono sembrare in contrasto in quanto la maggiore personalizzazione delle cure quasi inevitabilmente porta a un maggior consumo di risorse. Eppure con un’approfondita analisi dei dati e con una corretta interpretazione degli stessi è possibile trovare l’equilibrio tra questi due obiettivi ed ottimizzare l’intero percorso di cura.

Referenze

[1] Giovanna Vicarelli, Guido Giarrelli. “Libro Bianco. Il servizio sanitario nazionale e la pandemia da Covid 19. Problemi e proposte.” 2021

[2] Corte dei Conti. “Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica.” 2020

[3] Winter School MotoreSanità. “CRONICITÀ: È L’OSPEDALE CHE VA VERSO IL TERRITORIO, NON VICEVERSA.” 2022

[4] Sintesi convegno Cipomo Day. “Promuovere transizione integrata dall’ospedale al territorio”. Tecnica Ospedaliera. 2022

[5] Porter ME (December 2010). “What is value in health care?”. The New England Journal of Medicine. 363 (26): 2477–81. doi:10.1056/NEJMp1011024. PMID 21142528.

[6] White paper Harvard Business Review “Le sei priorità per implementare il Value Based Healthcare in Italia”. 2021

[7] Hoffmann B. Fabrydisease: recent advances in pathology, diagnosis, treatment and monitoring. OrphanetJ Rare Dis. 2009

[8] ConcolinoD, AmicoL, CappelliniMD, et al. Home infusion program with enzyme replacement therapy for Fabrydisease: The experience of a large Italian collaborative group. MolGenet MetabRep. 2017;12:85-91. Published 2017

[9] Fondazione Telethon. “Home Therapy: un diritto anche per i pazienti lisosomiali”. 2019

[10] ISPOR EUROPE 2022

[11] XLIII congresso nazionale SIFO – Clinica, etica, managerialità, 2022